lunedì 20 aprile 2015

Case da sogno

Ho una fitta vita onirica, ma me lo ricordo solo quando mi sveglio, nel dormiveglia, per cui lo scrivo adesso che sono mezzo addormentato. Mi capita spesso di fare sogni ricorrenti, “a puntate”. 
Ho abitato nei miei sogni in diversi posti, posti in cui sono tornato più volte, di cui conoscevo bene ogni angolo, e in cui ho fatto cose di cui ho ricordi appannati. Uno di questi posti sta in uno scantinato, a cui accedevo entrando dalla vecchia baracca degli attrezzi di mio nonno, poi trovavo una scala che mi portava a un fitto intrico di corridoi sotterranei, e infine lì entravo in una porticina di un laboratorio, il mio laboratorio, dove non ricordo che facevo. Ho abitato per diverso tempo in un appartamento barocco e sfasciato, all’interno di una grande casa in via di abbattimento nel centro di Roma. Ricordo un enorme letto dalle lenzuola sfatte. Era un appartamento bianco e scrostato, ricordo anche di averci portato delle persone, a cui raccomandavo di fare attenzione, perché il pavimento scricchiolava e rischiava di crollare da un momento all’altro. Oggi ho sognato uno di quei posti, era il mio vecchio laboratorio, non ci passavo da tempo e sopra avevano costruito un grande condominio per ricchi. Ero finito per sbaglio a una festa, dove mi avevano scambiato per una persona importante, era un compleanno di un vecchio facoltoso, e pensavano che io avessi qualcosa a che fare con lui. Mi hanno chiesto di fare delle foto a tutti i partecipanti alla festa, all’interno di una grande piscina dipinta di verde che stava in un’ala dell’appartamento. Tutti gli ospiti sono entrati nell’acqua, dove sono rimasti vestiti, in piedi, in posa, con l’acqua che lambiva le loro gambe fino al ginocchio. Uno degli ospiti mi ha preso per la spalla, con atteggiamento amichevole e mi ha detto “so che un tempo venivi qui sotto, ma quel posto non ti appartiene più”.




giovedì 2 aprile 2015

Io amo il fumetto, ma è un amore ricambiato?

Quest’anno, credo dopo 15 anni, sarà il primo anno in cui non vado al Comicon di Napoli.
Sono stato gentilmente invitato dagli organizzatori, anche se non ho libri in uscita nell’immediato (ma sarà più tardi, a Settembre), non ho niente in mostra , non ho conferenze da fare, sarei lì a salutare amici, colleghi e a conoscere persone nuove. Non ho voglia di andarci. Non perché non sia un bel festival, tutt’altro, Napoli è meravigliosa, l’organizzazione molto efficiente, sono amici di lunga data.
Ma quest’anno sarebbe un po’ triste per cui preferisco fare a meno. Non c'è più lo stand di XL, 
son cambiate un po' di cose.
Forse dovrei fare una conferenza su Linus e sulla mia esperienza come autore, anche se non so a chi interessi, dal momento che non compaio nemmeno sulla copertina del cinquantenario di Linus con il personaggio di Beppe Starnazza scritto con il recentemente scomparso Roberto Freak Antoni, o  con qualcosa che io abbia disegnato su Linus nei successivi 3 anni. In fondo è sempre stato il problema legato alla mia incostanza, se mi fossi riproposto negli ultimi anni a Linus presentando una nuova strip forse ora ci sarei, nella meravigliosa copertina che sta preparando Ponchione. 
Pensavo che quest’anno ce l’avrei finalmente fatta a partecipare al premio Micheluzzi istituito dal Comicon, visto che avevo un bel libro, scritto dal premio Strega Tiziano Scarpa, ottimamente recensito, premiato a Treviso e al premio Minerva, praticamente esaurito in libreria, sottolineato nelle classifiche di Fumettologica, Wired e Panorama come uno tra i 10 migliori graphic novel del 2014. 
E invece nulla, nessuna nomination in nessuna categoria, niente miglior libro, miglior disegnatore, o miglior sceneggiatore per Tiziano, nemmeno che so, "miglior uomo di 54 anni pelato e con gli occhiali del fumetto italiano”, niente…evidentemente non me lo merito. 
Non vorrei sottolineare che né Lucca, né Napoli, né BilBolBul hanno mai nemmeno accennato a una piccola mia personale, ma poi sembra che sto sempre lì a lamentarmi. 
Naturalmente non basta lavorare con un premio Strega per essere candidati allo Strega, anzi è un viatico per essere totalmente ignorati da buona parte del mondo letterario, visto che né La Lettura, né Fahrenheit hanno dedicato un rigo o un verbo al nostro libro, ma evidentemente non lo meritavamo.
Certo, c’è sempre Facebook e gli amici di Facebook, ci sarà sempre qualche animo caritatevole che mi scriverà che sono un genio e un mito, e così l’ego è a posto.
C’è sempre la soddisfazione di far parte della storia del fumetto italiano, ma a me fa sentire una vecchia ciabatta piuttosto che una vecchia gloria.
Certo, c’è sempre la soddisfazione di avere contribuito alla formazione di una generazione di giovani illustratori, creativi e artisti, che ora guadagnano molto più di me e che quando gentilmente e generosamente mi passano i  contatti con loro agenti stranieri, questi ultimi manco si degnano di rispondere. Eh eh. Come dico sempre, l'allungamento dell'età media serve soprattutto ad allungare la dose di umiliazioni.
C’è la soddisfazione, a 54 anni, di essere ancora sfruttato, copiato, e derubato del mio lavoro da chiunque, ma se merito di essere derubato vuol dire che il mio lavoro vale qualcosa.

Insomma, avrete capito che oggi I don’t feel good, ma naturalmente da veneto testadura continuo a lavorare su nuovi progetti, nuove idee, nuovi fumetti, oggetti, mostre, quadri, installazioni musiche etc etc. 
Solo che ogni tanto ci si ferma un momento e ci si chiede perché.