lunedì 20 aprile 2015

Case da sogno

Ho una fitta vita onirica, ma me lo ricordo solo quando mi sveglio, nel dormiveglia, per cui lo scrivo adesso che sono mezzo addormentato. Mi capita spesso di fare sogni ricorrenti, “a puntate”. 
Ho abitato nei miei sogni in diversi posti, posti in cui sono tornato più volte, di cui conoscevo bene ogni angolo, e in cui ho fatto cose di cui ho ricordi appannati. Uno di questi posti sta in uno scantinato, a cui accedevo entrando dalla vecchia baracca degli attrezzi di mio nonno, poi trovavo una scala che mi portava a un fitto intrico di corridoi sotterranei, e infine lì entravo in una porticina di un laboratorio, il mio laboratorio, dove non ricordo che facevo. Ho abitato per diverso tempo in un appartamento barocco e sfasciato, all’interno di una grande casa in via di abbattimento nel centro di Roma. Ricordo un enorme letto dalle lenzuola sfatte. Era un appartamento bianco e scrostato, ricordo anche di averci portato delle persone, a cui raccomandavo di fare attenzione, perché il pavimento scricchiolava e rischiava di crollare da un momento all’altro. Oggi ho sognato uno di quei posti, era il mio vecchio laboratorio, non ci passavo da tempo e sopra avevano costruito un grande condominio per ricchi. Ero finito per sbaglio a una festa, dove mi avevano scambiato per una persona importante, era un compleanno di un vecchio facoltoso, e pensavano che io avessi qualcosa a che fare con lui. Mi hanno chiesto di fare delle foto a tutti i partecipanti alla festa, all’interno di una grande piscina dipinta di verde che stava in un’ala dell’appartamento. Tutti gli ospiti sono entrati nell’acqua, dove sono rimasti vestiti, in piedi, in posa, con l’acqua che lambiva le loro gambe fino al ginocchio. Uno degli ospiti mi ha preso per la spalla, con atteggiamento amichevole e mi ha detto “so che un tempo venivi qui sotto, ma quel posto non ti appartiene più”.




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